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Ad Harvard, italiana insegna ai Ceo a cambiare stile. Serve empatia e non autoritarismo per avere successo.

Ha appena 41 anni ma già da sei anni è professoressa ordinaria ad Harvard. E' una delle più brillanti economiste italiane e insegna ai Ceo e ai manager di tutto il mondo ad abbandonare la vecchia linea della sola efficienza, visto che la conformità danneggia il business (e la produzione interna alle aziende). Oggi occorre adottare una gestione più empatica, umana, controcorrente. Francesca Gino nei corsi estivi che sta portando avanti all'università americana istruisce i manager, a qualsiasi livello, a coltivare il gusto per le novità, la prospettiva, le diversità, l'inclusione e soprattutto ad incoraggiare i propri dipendenti, motivandoli meglio.

Francesca Gino ripete che la sola pressione sui lavoratori non è più sufficiente per lavorare meglio e risultare maggiormente produttivi e concorrenziali, specie nei momenti di crisi. La professoressa Giro ha pubblicato l'anno scorso un libro di successo negli Stati Uniti che ora è stato tradotto in italiano. Si intitola “Talento Ribelle” (Edizioni Egea, 272 pagine, 29,50 euro) in cui riassume anni di studi, elaborazioni e ricerche applicate all'interno delle più grandi corporation. I leader che in azienda hanno avuto il coraggio di “ribellarsi”, non adeguarsi allo stato delle cose e che si sono impegnati a cambiarle con un approccio anticonvenzionale, sono risultati vincenti.

Sempre più frequentamente nei corsi di gestione aziendale ad Harvard si fa spazio l'idea che i leader che sanno pensare fuori dagli schemi, in periodi di forte turbolenza e instabilità sociale ed economica, riescono sempre a trovare una chiave per restare a galla. «La giusta dose di ribellione significa non essere arroganti ma coltivare il gusto per le novità, la ricerca di tutto ciò che comporta un superamento verso il nuovo – ha spiegato Francesca Gino in una intervista ad Avvenire - Comporta avere curiosità, un po' l'impulso che da bambini spingeva tutti noi a domandare di continuo perche? Occorre anche ampliare costantemente la visione del mondo per riuscire a scorgerlo con gli occhi degli altri. La tendenza a sfidare certi ruoli sociali predeterminati per raggiungere quanti possono apparire differenti e infine restare autentici, aperti e vulverabili per entare in contatto con gli altri e imparare da loro».

Fonte: ilmessaggero.it




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